Che cosa s'intende con il termine volontario? Quali sono le sue qualità e caratteristiche? Come e perché si diventa volontari? Approfondiamo l'argomento cercando di scioglierne i nodi salienti.
Prestare in maniera del tutto disinteressata e gratuita la propria opera, attraverso competenze e mezzi di cui si dispone, a favore di categorie di persone diverse, che possano avere gravi necessità e/o bisogno di aiuto e di assistenza, oppure prestare servizio continuo con attività individuali o di gruppo, tramite associazionismo e microvolontariato: in sintesi questa potrebbe essere una breve descrizione del volontario ideale.
Il volontariato è senza dubbio una scelta di vita, che chiaramente ha implicazioni e modalità di svolgimento davvero diversificate, a seconda delle esigenze e delle realtà nelle quali si sviluppa e opera.
Notevole è il suo impiego in ambito sociosanitario e in altri contesti professionali di alto valore socialmente riconosciuto. Il mondo di cui intendiamo parlare è spesso oggetto di svalutazione, purtroppo comunemente viene percepito come marginale.
In alcuni casi, tradendone completamente le nobili finalità, essere un volontario si traduce automaticamente in 'persona soggetta a sfruttamento assicurato, consensuale e consapevole'...
Inutile dire quanto sia ingiusta una visione del genere, e quanto si discosti dalla realtà effettuale di un'Italia che del volontariato può fare fiore all'occhiello. Tuttavia, è un'opinione figlia del materialismo e del nichilismo contemporaneo, che impedisce di produrre considerazioni di ben più ampio respiro.
Fortunatamente l'umanità, almeno una parte di essa, si è evoluta ed emancipata rispetto alla legge del taglione così come dal becero opportunismo consumistico di massa. E proprio per smentire quanti ritengono il volontariato un hobby o una frivolezza di gioventù, occorre dare voce alle ragioni profonde che spingono gli esseri umani ad arruolarsi e a sposare alcune cause, senza badare ad un guadagno diretto e quantitativamente significativo.
Da tempi remotissimi, donne e uomini, di tutte le età e condizioni, sentono l'esigenza di associarsi, costituendosi parte sociale.
Esercitare la propria libera volontà e rendersi parte di un'idea, di un progetto organizzativo ex-novo o di un ente non-profit, consente di sentirsi profondamente vivi e dà vita ad una vera e propria 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒍 𝒄𝒂𝒕𝒆𝒏𝒂, per dirla alla Leopardi.
Una sfida con se stessi, questo rappresenta in primo luogo scegliere di diventare un volontario: ritagliarsi del tempo, da sottrarre alle tante cose a cui nel privato ognuno tiene dietro; mettersi a disposizione del prossimo, a seconda delle varie realtà volontaristiche a cui, senza alcun obbligo esterno, si desidera appartenere, dando il proprio contributo.
La più ardua delle qualità che si richiede a qualsiasi volontario è la costanza di perseguire attivamente e/o indirettamente gli obiettivi benefici che ci si è prefissati.
Dunque, per rispondere alla provocatoria domanda di apertura, volontari in qualche caso si nasce: basti pensare a chi ha vocazioni spiccate per il mutuo soccorso verso il prossimo, in ogni forma possibile.
In altri casi, altrettanto degni di merito, volontari si diventa con abnegazione, pazienza e grande intelligenza emotiva.
Le divergenze e i conflitti non mancano in un mondo fitto di spinosi problemi in termini di autosussistenza: il consorzio umano mai è privo di contrasto, però, in ogni organizzazione di volontariato vince l'anima collettiva del Direttivo. Dirigere un gruppo di persone che desideri fare del bene, ma spesso non sapendo come canalizzare le proprie energie, non è affatto un'impresa da poco! Eppure, il gioco del praticare in prima persona quel cambiamento sociale, quella svolta da cui, in effetti, parte la volontà di aggregazione, a qualsiasi livello sociale, vale la candela!
Sii il volontario che vorresti incontrare!